mercoledì 21 ottobre 2015

[Magla's addicted] - Gli uomini, Maya Angelou

poesia di Maya Angelou
Gli uomini


Quando ero giovane, ero solita guardare nascosta dietro le tende gli uomini che andavano e venivano per strada. Uomini vecchi, ubriachi. Uomini giovani, più acidi della senape. Li vedevo. Gli uomini vanno sempre da qualche parte. Loro sapevano che io ero lì. Con i miei quindici anni, affamata. Si fermavano sotto la mia finestra con le spalle alzate come i seni di una adolescente, l’orlo della giacca gli carezzava il sedere. Gli uomini.
Un giorno ti prendono con delicatezza tra le loro mani, come se tu fossi l’ultimo uovo crudo della terra. Poi stringono. Un poco, nient’altro. La prima stretta è gradevole. Un abbraccio veloce. Gentili fino alla tua resa. Un pochino ancora. E comincia il dolore. Ti strappano un sorriso che scivola nel panico. Quando finisce l’aria, e il cerebro deflagra, esplode brevemente ferocemente come la capocchia di un fiammifero. Fatto a pezzi.
È il tuo succo quello che scende lungo le tue gambe. Che ti macchia le scarpe. Mentre la terra torna a raddrizzarsi, e i sapori cercano di ritornare sulla lingua, il tuo corpo è già chiuso. Ormai per sempre. Non esistono chiavi.
Poi si chiude anche la finestra della tua mente. Lì, dietro l’oscillare della tende, continuano a camminare gli uomini. Sanno sempre qualcosa. Vanno sempre da qualche parte. Io, questa volta, voglio soltanto fermarmi a guardare.
Forse.

(a cura di Pino Prete) 

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