sabato 27 settembre 2014

[segnalazioni] - Un mare di poesia nella raccolta poetica di Floriana Porta



Salve a tutt* car* followers, oggi vogliamo parlare di poesia, in particolare dei versi di Floriana Porta, poetessa torinese e autrice del volume "Quando sorride il mare" (AG Book Publishing Editore), raccolta di poesie e haiku.



“QUANDO SORRIDE IL MARE”

POESIE E HAIKU DI FLORIANA PORTA

Collana "Le Cetre" - Formato: cm 12 x 16,5 - Pagine: 64 - Volume in brossura -
Prezzo: € 9,90 -ISBN: 9788898590087

  
 



Ed eri mare. Ossia incontro

di spirito e carne, ma anche

il luogo di resurrezione.

Enorme palcoscenico

fra gli dèi e gli uomini.





Il Libro
Il mare è il protagonista assoluto di questa ultima raccolta di Floriana Porta, a partire dal titolo, ma anche nel susseguirsi delle onde, delle maree e delle correnti sotterranee, nell’impeto dell’acqua, della schiuma che ci avvolge e ci travolge. La poetessa scruta il mare per strapparne i segreti più oscuri e inaccessibili; ne assapora i profondi silenzi e ne svela gli oscuri abissi. Respira il blu delle onde e s’immerge nella struggente e solitaria “marea” dei ricordi, in uno spazio-tempo senza fine. Lo scavo poetico penetra fin sotto la pelle sottile del mare e in ogni fibra dell’anima, in un percorso che si snoda attraverso sogni e fantasie, meraviglie e mutamenti.
Un libro imperniato d’energie e d'emozioni che non possono non affascinare e catturare il lettore. I versi – puliti ed essenziali, da sorseggiare lentamente – smuovono i sensi, giungono al centro, e arrivano dentro. 


IN OGNI DOVE

 Reticoli filamentosi

in ogni dove,

anche dentro mari di corallo.

Fra il penultimo verso

e il primo, a capo chino,

Perlopiù nascosti

in un inganno.




L'Autrice

Floriana Porta è nata a Torino nel 1975. Artista poliedrica, si occupa di pittura, poesia e fotografia. È presente in diverse antologie poetiche e ha pubblicato due sillogi: Il respiro delle ombre e Verso altri cieli. Le tematiche cardine della sua poetica sono le riflessioni sull'esistenza, le forze cosmiche e la ricerca dell’essenzialità. È membro della giuria del Concorso Internazionale Poesia Haiku organizzato dall'Associazione culturale Cascina Macondo, e di quella del Premio Italia Mia - Viaggio sentimentale in Italia, bandito dall'Associazione Italiana del Libro.



Vi invitiamo a leggerlo e a perdervi nelle sue pagine, tra emozioni e poesia...

Magla staff


venerdì 26 settembre 2014

blogtour Rosso Placebo tappa n. 4 "Il coraggio" su Magla, l'isola del libro


Coraggio = nome comune di cosa, 
maschile, singolare, astratta


Sull'astrazione, tuttavia non sono d'accordo. Il coraggio è una caratteristica così lampante in una persona, da vedersi ad occhio nudo. Tutti riconoscono quella scintilla divina che ci porta ad essere grandi nella semplicità, con molto poco. A volte però è un gesto così piccolo, spontaneo e stupido, che decidiamo persino di non farlo ed essere identici alla massa.

Quanti tipi di coraggio esistono? Direi un' infinità: milioni di sfaccettature.

C'è il coraggio di morire per un ideale; il coraggio di mantenere la parola data; il coraggio di proteggere la verità; il coraggio di difendere il più debole; il coraggio di essere diverso; il coraggio di essere sinceri; il coraggio di essere fedeli; il coraggio di mettere la propria anima a nudo; il coraggio di dare una possibilità all'altro; il coraggio di perdonare; il coraggio di ricominciare tutto da capo; il coraggio di vivere alla giornata; il coraggio di osare; il coraggio di cadere e ricostruire; il coraggio di consolare qualcuno che ne ha bisogno.

Nella mia vita ho sempre amato quel fuoco negli altri: sono sempre stata attratta dalla fiamma e l'ho rincorsa in capo al mondo per carpirne il segreto.
Il segreto è che non è una fiamma, ma un raggio di luce di vari colori.

Ora sarebbe perfettamente lecito obiettare: "Se tutti hanno coraggio, in pratica non ce l'ha nessuno." No invece. Non è cosa da tutti, o perlomeno non è una scintilla che brilla allo stesso modo in ogni essere umano.

Stimo tantissime persone che all'apparenza non hanno niente in comune tra loro; anzi sono convinta che a conoscersi andrebbero tutte in conflitto. Mi sono scervellata per capire che cosa le legasse a me in modo così solido, senza un nesso logico. Ho pensato e ripensato a un comune denominatore, a una fonte a cui risalire, giungendo alla conclusione che tutti hanno una massiccia dose di coraggio. I miei eroi ne hanno da vendere.

M'incanta colei che sempre e comunque avrebbe dato la vita per le sue idee e per il concetto stesso di coraggio che tanto amava; mi restano nel cuore gli insegnamenti di un uomo, che a un certo punto ha deciso di essere se stesso, anche se questo ha comportato deludere le aspettative altrui ed essere deriso. Nonostante ciò, è andato avanti a testa alta; amo la donna che ha sacrificato gran parte del suo tempo per gli adulti del domani; ricorderò per sempre quelli che hanno avuto il coraggio di darmi un consiglio importante, laddove non stava a loro farlo.

Coloro che invece di tirarsi indietro, si sono fatti avanti e hanno preso in mano la vita in qualsiasi modo.

Per fornirvi un esempio di quello che per me è il coraggio, voglio parlarvi di un film.

Ve lo ricordate “Un sogno per domani”?

In parole povere, a scuola viene chiesto ai bambini di pensare a un sistema per migliorare il mondo, e Trevor inventa un gioco: “Passa il favore”. Si scelgono tre persone per cui si può fare qualcosa d'importante, che cambierà la loro esistenza in meglio e la si fa senza tentennamenti. Quelle tre persone dovranno passare il favore ad altre tre persone e così via. Ma devono essere azioni importanti.

Ora accade che questo ragazzino crede così tanto nella forza del bene, che per realizzare il terzo favore cerca di salvare un suo coetaneo dai bulli, rischiando la sua stessa vita.


Questo è il coraggio di Violet. Lei crede così tanto nell'amore come ideale, da trovare la forza di seguirne il percorso, da lasciarsi guidare qualunque sia la strada. E incontra Alan.

Alan è un vampiro, non ha l'anima e non può ricambiare il sentimento profondo da cui la ragazzina viene colpita come un fulmine. Eppure, ogni volta che prende il suo sangue si sente diverso, in preda ad emozioni vere, seppur temporanee. Il sangue non ti restituisce l'umanità, ma finché è in circolo te la fa assaggiare per un po'.

Violet si dedica anima e corpo a questo ragazzo. Morto? Vivo? A dire il vero non lo sa neanche lui. Persino il vampiro si sente in difficoltà a navigare in un corpo che non brucia più di nulla. A quale scopo uccidere per trascinare una carcassa?

Ma lei non la pensa così. Letteralmente, totalmente rapita da lui, cercherà di aiutarlo in tutti i modi, ad ogni costo. Perché no: di salvarlo.
Ecco che allora questa ragazza così piccola -una quindicenne- è spinta dall'amore a diventare grande. A tirar fuori un coraggio che lei stessa non aveva mai pensato di possedere.



- La trama -

Tordemma non è una città come le altre; nuove forze oscure minacciano i precari equilibri tra esseri umani e demoni, portando entrambi verso un inevitabile baratro. In un mondo tetro, freddo, che non ha molto da offrire salvo una tiepida speranza, Violet, da sempre alla ricerca dell'amore incontrerà Alan: un maledetto; un vampiro. Guidata da un sentimento annientante, travolgente, dilaniante, la ragazza gli darà il suo sangue per salvarlo. Per strapparlo alla morte certa che minaccia costantemente ogni singola creatura, in attesa che si compia la profezia. Che ruolo avrà La Madre negli inquietanti avvenimenti accaduti a Tordemma? Chi scamperà alla furia del giustiziere e del suo flagello? E soprattutto: quale sarà il significato del ciondolo a farfalla, così vicino a Violet da illuminarsi ogni volta che si lascia succhiare dal vampiro?
 
 
- L'autrice -


Federica Forlini è nata ad Ascoli Piceno il 29 maggio 1991. Fin da piccola ama il mondo dell’arte e passa la maggior parte del tempo tra il disegno e il canto, che comincia a studiare nel 2005. Si diploma nel 2010 in Arti Grafiche all’Istituto D’Arte di Ascoli Piceno, col massimo dei voti. In seguito alle prime difficoltà nel trovare lavoro, esplode la passione più grande: la scrittura. Sempre fino a quel momento emersa timidamente dai temi scolastici, spingendosi per lo più a qualche abbozzo di storia, stavolta la porta a comporre il suo primo libro: “Angolo Buio”, frutto dell’esasperazione del particolare periodo di vita. Collabora con Scrittevolmente dal 2011 con lo pseudonimo di “Kiké”. Il suo racconto “La bambola” sarà presente nell’antologia horror e weird “Asylum 100″. Nel 2013 scrive “Rosso Placebo” e ne pubblica l’ebook tramite la piattaforma “Narcissus.me”.


Blog dell'autrice:

Pagina facebook dell'autrice:



LE ALTRE TAPPE DEL BLOGTOUR

Oriana e Alekos
13/09, sul blog de La stanza rossa



Amori immortali
17/09, Ispirazione, sul blog di Ilaria Goffredo


Il vampiro e l'anima
22/09, Diario di una ragazza madre in carriera: http://kazetotomonisarinu.blogspot.it/

Il coraggio
26/09, sul blog di Magla: l'isola del libro


La famiglia fantasma
02/10, sul blog di La mia canzone per te


La lotta interiore del punk
08/10, sul blog di Un buon libro non finisce mai


L'esteta moderno
16/10, sul blog di Connie Furnari


L'Urban Fantasy
24/10, sul blog di Viaggi nell'arte


lunedì 22 settembre 2014

[emozioni tra le pagine] - Come ti cambio il destino...

«"C'è un tempo che sale a spirale, c'è un tempo circolare. Questo ho potuto vedere nel mio viaggio verso il tuo passato. Il tuo tempo è un cerchio. Ciò che è stato vissuto prima di te torneri a viverlo tu e questo è fatale. Temi l'amore e i suoi slanci, temi le tue mani. Io non so come si spezza il cerchio del tempo. Sono molto vecchia e i morti non possono più apprendere niente, ma so che ci sono cerchi che si possono spezzare. Li ho visti dal tratto di spirale in cui sono morta, ci sono cerchi che i vivi riescono a spezzare. Voglia il cielo che tu riesca a spezzare il tuo. Devi cercare i simboli, Sofìa, conoscendo il tuo passato, trovarai il tuo futuro." (Donna Eulalia, chiamata dalla morte con il rito magico di Donna Carmen e Samuel, fa a Sofìa questa rivelazione)
 
La sua bambina è magica, pensa Sofia. L'aveva detto Donna Carmen. Non poteva perdersi così, doveva rompere l'incantesimo. Flavia doveva farlo. Doveva comparire, non poteva uscire dal parco. Strano che fosse successo proprio lì. Flavia si era persa come lei, dopo una festa di gitani nel Dirià. Povera madre sua, pensa, che era uscita nella notte e lei l'aveva seguita nella nebbia confusa di un ricordo ricco di particolari, ma incomprensibile. Che cosa sarà successo realmente? si chiede, mentre sente una pena profonda nascerle nello stomaco, quasi come una sensazione fisica. E' esausta, ha il corpo molle. Di colpo ha perso non soltanto sua figlia, ma anche il rancore per sua madre scomparsa nei confusi labirinti della vita. Il nodo di forza distruttiva e cieca che nel corso di tanti anni le aveva stretto in una morsa le viscere e il cuore, si scioglie liberando la sua energia attraverso tutti i pori, lasciandola come cera che si fonde al calore di quel dolore, svuotandola in profondità e, inspiegabilmente, rimpiendola nello stesso tempo. Era strano sentirsi improvvisamente senza rancore, leggera nonostante l'angoscia. Era paradossale che Flavia avesse dovuto perdersi perché lei potesse vedersi così chiaramente, come se si osservasse da lontano. Era crudele che Flavia avesse dovuto perdersi perché lei potesse riconciliarsi con i suoi rancori e ritrovarsi...»

[da "Sofia dei presagi" di Gioconda Belli]

giovedì 11 settembre 2014

Letti per voi - L'impero dipinto di Barbara Stefanini

Buonasera, lettori di Magla!
In questo piovoso giovedì fatto per stare in casa al calduccio a leggere, vi presento un romanzo inviatoci in redazione: L'impero dipinto diBarbara Stefanini.



Titolo: L'impero dipinto
Autore: Barbara Stefanini
Editore: Self
Pagine:179
Genere: fantasy

Trama:
L'Impero Dipinto è una terra immaginaria, suddivisa in quattro regni: TerraVerde, TerraBlu, TerraRossa e TerraGialla. I consiglieri dei regnanti erano chiamati Pantelici ed erano dei potenti maghi. Venivano scelti dagli Dei tra i principi dell'impero nel giorno del loro ventesimo compleanno. La volontà degli dei si manifestava per mezzo di una stella che si materializzava sulla mano sinistra del prescelto. Il colore assunto dalla stella indicava che tipo di mago il giovane principe sarebbe diventato (maestro, consigliere o il più importante di tutti, il Pantelico Adamantino, braccio destro dell'imperatore). Se la stella fosse stata d'oro, il principe (o la principessa) era destinato a diventare il prossimo imperatore. Il libro racconta le storie delle famiglie reali dei quattro regni, che si intrecciano tra loro, soprattutto nel momento in cui gli dei decidono di mettere alla prova i figli dei regnanti: sarebbero stati in grado di resistere alle passioni e alle lusinghe del potere per continuare a regnare degnamente, come i loro genitori.

Più che un fantasy, abbiamo davanti una vera e propria fiaba, con principi, principesse e re, ma anche con dei benevoli, boschi sacri e Pantelici. Ed è in quest'atmosfera fiabesca che facciamo la conoscenza dell'Impero dipinto, diviso in quattro regni: Terraverde, Terrarossa, Terragialla e Terrablu, dove tutti vivono in pace sotto la protezione dell'Imperatore e del saggio Ridolfo, il Pantelico Adamantino. Come in tutte le fiabe con F maiuscola, il pericolo è dietro l'angolo: gli umani, trascinati dalle loro emozioni, sconvolgeranno l'armonia dell'impero e si ritroveranno ad affrontare diverse prove e disavventure.
Lo stile è soft e leggero, morbido nelle descrizioni dei sentimenti, che trasmette un senso di calma nelle descrizioni, soprattutto quelle dei luoghi, e fa quasi venir voglia di trasferirsi lì. L'edizione è estremamente pulita e curata, cosa rara nei self e questo è sicuramente un altro punto a favore della Stefanini.
All'inizio è alquanto difficile orientarsi nei vari regni e tra gli innumerevoli protagonisti, ma l'autrice ha provveduto compilando una lista dei nomi e dei ruoli di ogni personaggio. Avrei preferito più pathos nell'andamento del libro, ma forse questo avrebbe distrutto l'alone fiabesco.

In conclusione, un bel fantasy, una lettura leggera ma interessantissima. Aspettiamo il seguito!

a cura di Ginevra

giovedì 7 agosto 2014

Letti per voi - Birichinate di Antonio Borghesi

A cura di Ginevra (Alessandra Nitti)

Buon pomeriggio, cari lettori di Magla!
Prima di andare in vacanza vi presento un libro leggero, leggero che vi farà morire di risate sotto l'ombrellone. O dovunque sarete.
Sto parlando di “Birichinate”, il romanzo d'esordio di un caro amico di Magla, Antonio Borghesi, ed edito dalla casa editrice Arpeggio Libero per la collana “Hybrida”. Già, perché questo libro è un bell'ibrido, un'autobiografia romanzata, fatta quasi a commedia.




Titolo: Birichinate
Autore: Antonio Borghesi
Editore: Arpeggio Libero
Pagine: 352
Edizione: Cartacea, 2014

Trama:

È la prima parte della storia della vita di Antonio Borghesi che avrebbe potuto anche chiamarsi "Ma che vita". Aveva pubblicato il tutto a puntate su meetale.comma in occasione dell'uscita del cartaceo li ha tolti dal sito. Il suo editore non è ancora del tutto convinto che sia la pura verità e lo ha costretto a inserire un disclaimer. Leggetelo e traetene le debite conclusioni: le rocambolesche avventure di un uomo nato nella prima metà del secolo scorso o le fantasie di un folle scrittore?


Antonio ci racconta le sue avventure, dal lontano 1940, anno della sua nascita, al 1993. Un po' come Sant'Antonio, il protettore del protagonista/autore che lo ha salvato innumerevoli volte, stiamo lì appollaiati con il libro in mano ad osservare il piccolo Antonio nascere, crescere, riprodursi e... e basta. Lo stile dell'autore è leggero come la sua spensieratezza, brioso come il tanto amato champagne francese e divertente come le sue avventure e disavventure. Non mancano i momenti seri, nei quali Borghesi ci narra la nascita e lo sviluppo dell'informatica italiana (lui stesso è stato il più giovane programmatore d'Italia), i suoi mille progetti sfumati via, le nozioni di barca a vela e di subacquea. Soprattutto questi ultimi: Antonio ci porta con lui in Francia, nel Tirreno, sulla costa Sarda e nel Mar Rosso. Il viaggio dalla Sardegna all'Egitto, raccontato sotto forma di diario di bordo comico nell'ultima parte del libro, è uno dei momenti più emozionanti, in particolar modo per le piccole “sfighe” che rendono il tutto molto più divertente.
In breve, un'autobiografia (?), un romanzo, una lettura simpatica che ci farà prendere a cuore le sorti del protagonista.
Una sola domanda, però, rimane ancora senza risposta “Antonio, ma è tutto vero?”
Chissà, forse lo scopriremo in futuro perché “Le Birichinate non finiscono qui!” e noi già pregustiamo il seguito!


Dove potete trovare il libro? Be', nelle librerie convenzionate con Arpeggio Libero, oppure potete ordinarlo nella vostra libreria di fiducia. Se siete pigri, invece, vi basta acquistarlo dallo store online di Arpeggio Libero o in Ibs o in InMondadori... insomma, dove preferite ;)

mercoledì 30 luglio 2014

Danilo Scastiglia e “Mosaico”

Buongiorno a tutti oggi vi presento l’autore DANILO SCASTIGLIA, che ci parlerà della sua produzione letteraria… dal predominante colore rosso, rosso come la passione e l’eros!



Titolo: Mosaico – Autore: Danilo Scastiglia – Editore: Giovane Holden, 2012 – Collana: Battitore libero – Pagine: 248 – Prezzo: 13 euro – Isbn: 978-88-6396-255-0 – Acquistalo qui

DALLA QUARTA DI COPERTINA – “Da sempre la parola è lo strumento privilegiato per analizzare la realtà, ma la complessità dell’essere umano e delle sue vicissitudini comporta ogni volta un qualcosa di ineffabile, di non descrivibile. Danilo Scastiglia affronta il problema di petto e il risultato non può che essere un mosaico, un puzzle di minuti e scintillanti tasselli, uno diverso dall’altro ma incredibilmente compatibili e uniti, a formare un disegno sensato, dai contorni che sfumano all’infinito. […]”

LA TRAMA – Racconti sparsi di variegata umanità: un giovane pendolare, una comitiva di ragazzini terribili, membri di una crew. Poi ancora, il giornalista che scrive di tatuaggi e che s’incontra con una famosa modella amante del pericolo e delle novità. Una ragazza che scopre la sconvolgente verità sul suo padre biologico. Si chiama Martina, e possiamo scoprire qualcosa di lei da questo breve estratto dal racconto Emancipazione:

 “Mi presento. Mi chiamo Martina, ho tredici anni, ma ne dimostro molti di più come tante mie coetanee. Ma voglio descrivermi e farvi capire bene. Sono una ragazza, anche se i miei continuano ancora a chiamarmi bambina. Sono cresciuta ormai, volgo ormai ai quattordici anni, sono carina, ho ereditato il seno di mia madre e ho già una terza abbondante, ho una chioma lunga, dolce, soave, quasi da pubblicità. La mia bellezza inizia a far breccia tra i ragazzi della mia età e non solo.
I miei non li sopporto più. Mia madre, mamma in carriera presso un noto studio, non ha mai tempo per me, per i miei problemi da adolescente, per le mie richieste d’aiuto, di consiglio, come tutti i figli desiderano…
Lei no, non è così purtroppo. Parla come un libro di giurisprudenza, tutta precisa, guai se dico un termine in dialetto o improprio al contesto. Ma soprattutto mi critica in continuazione, ha sempre da ridire su di me. Se ci sono delle cene, non aspetta altro che il momento giusto per denigrarmi pubblicamente e farsi compatire da quelle stupide pseudo amiche che invita mensilmente. Ah dimenticavo si chiama Samantah, si con l’acca che fa tanta tendenza e snob. E mio padre? Questo povero cristo o coglione decidete voi, è in balia di questa donna. Permette alla forte personalità di sua moglie di farsi scegliere i vestiti, chi frequentare, addirittura lo sport da praticare, il tennis per la precisione. Si chiama Oreste, ed anche lui mi chiama bambina, per poi però guardare il culo delle mie amiche di scuola. Li odio gli adulti, tanto grandi alle volte, per poi dimostrarsi tanto piccoli in talune situazioni. Quanto vorrei che mi capissero ed invece io per loro sono invisibile, come quel ronzio fastidioso che ti gira attorno e che non vedi l’ora che vada via.”

E poi, ancora, uno strano fortuito incontro che cambia tutta la visione della vita… Questo racconto è intitolato Destini (ed è stato pluripremiato in svariate occasioni). Eccone un breve assaggio:

 “A volte il destino fa proprio strani scherzi…Ero una donna delusa e spenta dal grigiore della routine, che riscopriva per sbaglio l’ebbrezza della vita, i suoi colori, i suoi odori, i suoi sapori attraverso un nuovo amore.
Tutto era cominciato per un contatto fortuito in libreria. Un giovane scrittore emergente, mi disse che poteva farmi la dedica sul libro che avevo appena acquistato. Lo guardai un attimo stupita, ed in una frazione di secondo accettai di farmelo dedicare. Mi chiese il nome e scrisse: “a Francesca, con l’augurio che tu possa realizzare tutto ciò che più desideri. Aspetto con impazienza la tua recensione..”
Mi diede anche il suo contatto su face… La foto nel mio account non era un granchè, anche se metteva in mostra il petto generoso.“

Nel volume troviamo anche altri personaggi: un rappresentante, una donna che decide di sottoporsi ad un delicato intervento di chirurgia estetica e, ancora, una coppia che cerca di preservare il proprio rapporto dalle tentazioni e dalle difficoltà della vita.
Il personaggio della giovane studentessa universitaria, già con una vita intensa alle spalle e dai mille pensieri, è quello che mi ha colpita di più, ecco una breve descrizione del suo mondo In Scoprirsi e ritrovarsi:

 “Mare, mare…il mio mare” – pensava Gisel – lontana già da troppo tempo dal suo mondo. Lo scorrere del tempo non riusciva a calmare il suo tormento interiore, ma nell’immensità e profondità della sua immaginazione spesso apriva una finestrella per vivere i ricordi, l’uno accanto all’altro, quasi a cercare una consolazione e una risposta alla sua unica domanda.
“Perchè ho così tanta paura?”- se lo chiedeva spesso Gisel. Una paura dall’odore inconfondibile, un’ombra che la custodiva e la ricattava rendendola confusa e vulnerabile. Ma l’improvviso rombo di un tuono che inconsciamente poteva rappresentare per lei la presa di coscienza di quella sua condizione così instabile, la spinse invece ad alzare gli occhi verso l’alto…il cielo si riempiva di nuvole dalle forme bizzarre e grigie. Un grigio che oscillava nelle sue tonalità, dal chiaro allo scuro, un colore che Gisel non amava per niente…
…Nonostante la sua giovane età Gisel sentiva di aver vissuto troppo, ma non quella vita che aveva sempre sognato da bambina. I suoi sogni annegati in un mare senza fondo erano lì pronti a rinascere insieme allo schiudersi di quella conchiglia che teneva gelosamente custodita nel suo cassetto. Sapeva che solo quando avrebbe trovato il coraggio di aprire quel cassetto la conchiglia si sarebbe schiusa lasciando la perla rilucere della sua bellezza. Ancora immersa con i pensieri nell’astrattezza del vuoto non si accorgeva che quel temporale estivo avrebbe di lì a poco lasciato venir fuori un bellissimo sole. Il primo raggio insinuatosi nella piega di una tendina di organza appena aperta riportò Gisel a vivere lo spazio e il tempo che mai come in quel momento sembravano essere la sua gabbia. – Una bella doccia – esclamò – è ciò che più di tutto mi farà sentire meglio -.”

Dell’autore e della sua opera “Mosaico” ne parla in modo approfondito il Corriere delle Puglie, del libro si dice che: “costituisce un’eccellente antologia di racconti dalla spiccata sfumatura erotica (ma mai volgare) che si estrinseca attraverso uno stile asciutto e diretto, privo di arditezze linguistiche. L’erotismo disinibito delle storie descritte (molte delle quali hanno per protagoniste delle donne) si miscela con una visione attenta e intimistica della vita, delle sue mille sfaccettature e del riflesso che queste proiettano sulla gente comune, vero e proprio punto focale della produzione letteraria di Scastiglia. […]”

L'autore: Danilo Scastiglia  è nato a Chieti nel 1972. Nel 2009 ha pubblicato Alchimie, Edizioni Simple. Ora è in libreria con Mosaico, edito da Giovane Holden Edizioni, una raccolta di racconti sul tema erotico. Danilo Scastiglia è un autore che vanta numerose partecipazioni ad eventi culturali: nel 2012 al Festival della letteratura e dell’arte erotica presso il teatro Pallavicino. Nello stesso anno partecipa anche alla rassegna “Parole e Musica”, curata dalla casa editrice Giovane Holden, presso il circolo culturale Acsi Thìasos di Camaiore (Lucca). L’autore ha ricevuto vari premi e riconoscimenti per i suoi scritti e questo suo ultimo lavoro "Mosaico" è stato premiato durante il Festival del libro a Polignano a Mare, proprio in questo mese di luglio 2014.

vedi il link della manifestazione

Spero di avervi incuriosito e... buona lettura!
Loriana

martedì 22 luglio 2014

Intervista a Manuela Dessole di Edizioni Arpeggio Libero

Manuela Dessole, editrice di Edizioni Arpeggio Libero - la casa editrice del contest MaglaxWriters - intervistata sul quotidiano "Il cittadino" 


lunedì 21 luglio 2014

[Letti per voi] Recensione "Il segreto sotto la grande quercia"

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Buonasera amici di Magla e appassionati lettori, oggi per la rubrica "Letti per voi", ma mai come questa volta, letto più per me ;) vi presento "Il segreto sotto la grande quercia" di Aurora Bardi.   
Partiamo con la carta d’identità del romanzo:
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 Copertina: Alessandra Dessole su disegno di Aurora Bardi 
Titolo: Il segreto sotto la grande quercia
Autrice: Aurora Bardi
Editore: Edizioni Arpeggio Libero
Genere: ambientazione storica, drammatico.
Prezzo: 16 euro
Trama
Inghilterra, fine 1700: Aylinn la contessina, Aylinn la selvaggia. Una grande amicizia, un affetto che vincerà contro il tempo, Aylinn e Aiden: ma vittima di una condanna eterna, Aylinn viene strappata via da Aiden. Prigioniera in casa sua, detenuta dalla famiglia e dal marito in seguito, si rassegna alla sua vita da nobile, accetta il matrimonio con il duca e cerca disperatamente di non annaspare in una vita di soli obblighi. C’è qualcosa che però le fa pensare che lei non sia l’unica “selvaggia”. Le verità sono ben nascoste dietro una porta e in un cassetto. Aylinn scoprirà cosa si nasconde dietro la perfetta vita dei conti, suoi genitori, e di Henry, suo marito.
Recensione:
Come lo status sociale possa non essere un deterrente per la la felicità, c’è lo racconta Aurora Bardi mettendo a confronto due vite diverse. Una contessa, un contadino. Potrebbe a prima lettura sembrare la solita storia di una nobile viziata e infelice, che cerca l’amore altrove, ma dietro la vicenda si nasconde qualcosa di più profondo. Uno sguardo analitico di ciò che l’uomo è, sia in abiti regali che in quelli da contadino. Di come questi non siano sinonimo di una vita bella o brutta. Le due vite a confronto, quella di Aylinn e di Aiden non hanno nulla di diverso se non il rango sociale che porta la prima solo ad essere ricca, il secondo povero. Ma, mi è nata una domanda leggendo “Il Segreto sotto la grande quercia”: sono i soldi che rendono un uomo ricco o è la libertà? In questo romanzo chi versa più lacrime è Aylinn, ma l’autrice non ha voluto raccontare solo una storia che qualcuno potrebbe definire triste; ci ha lasciato un messaggio, un messaggio che colpisce le corde dell’anima, che mette a nudo le coscienze, che ci apre gli occhi di fronte a ciò che noi crediamo bello.
Ciò che subito ho apprezzato dello stile dell’autrice, è la semplicità; se dal punto di vista della trama ci ha parlato dell’assenza di libertà, da quello tecnico s’è mostrata più che libera. Spazzati via schemi vari in cui molti vorrebbero costringere gli autori, Aurora Bardi ci regala un romanzo che ha la spensieratezza del “voler raccontare”, senza farsi chiudere in vicoli che spesso fanno perdere l’ispirazione e la voglia di leggere per il lettore, e senza per questo creare confusione o dubbi. Anzi, tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina, confesso che volevo sapere cosa sarebbe accaduto e sono stata tentata a saltare qualche pagina, ma ho resistito perché il romanzo va letto tutto per come l’autrice ha saputo mischiare pensiero e azione senza eccedere con l’uno e l’altro, dando la giusta importanza ad entrambi.
In alcuni paragrafi è stata troppo frettolosa, meritavano un approfondimento mantenendo così anche un ritmo più costante. Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso, è stata la suddivisione dei capitoli: in alcune parti poteva evitare di spezzare il discorso.
Consiglio di acquistare il libro, un ottimo investimento per ore di pura emozione.
Complimenti Aurora
E grazie a Voi lettori e amici di Magla

a cura di: Annalisa 

mercoledì 9 luglio 2014

Letti per voi - Come lacrime nella pioggia di Sofia Domino

A cura di Ginevra

Salve lettori,
oggi vi presento il romanzo “Come lacrime nella pioggia” di Sofia Domino, che l'autrice ci ha gentilmente inviato in redazione.

Titolo: Come lacrime nella pioggia
Autrice: Sofia Domino
Editore: Self published
Pagine: 282
Prezzo: Il romanzo sarà leggibile gratuitamente. Per riceverlo inviare dal 19 maggio un'email all'indirizzo sofiaromanzo@yahoo.it
Nota: Essendo il romanzo leggibile gratuitamente, sprono i lettori a donare anche solo un Euro a Amnesty International, che da anni si occupa dei diritti delle donne, oppure a firmare la petizione che ho lanciato sul sito Change.org per migliorare le condizioni della donna in India. Firmare la petizione è completamente gratuito.



Parlare di questo romanzo è complesso. Se da un lato vediamo una storia di grande sensibilità, amicizia, speranza e dolore, dall'altro notiamo diverse pecche tecniche che sminuiscono il valore del lavoro.
Il libro è diviso in tre parti, ognuna introdotta da un proverbio indiano, idea che ho apprezzato molto.
La prima sezione vede come protagonista Sarah, una ragazza americana che sta per sposare un indiano. Prima del grande giorno, però, lui la porterà nel suo villaggio natale per mostrarle le sue origini e per cercare egli stesso di ricordare qualcosa del passato e in particolar modo sua madre, morta quando lui era solo un bambino. Sarah, rimarrà affascinata da quel posto perso oltre la giungla e conoscerà la dura condizione delle donne indiane. Farà amicizia con la quindicenne Asha, promessa sposa a un uomo che non ama ma grande sognatrice e ragazzina ambiziosa. Lei rappresenterà tutte le donne indiane e Sarah, l'americana, lotterà a nome di tutte loro.
In questa prima parte non ho condiviso gli atteggiamenti della protagonista. Capisco la sua indignazione e la sua voglia di lottare, ma urlare e dare ordini in casa d'altri non mi sembra il modo migliore per ottenere ciò che si vuole.
Nella seconda parte, invece, assistiamo alla storia dal punto di vista di Asha. Non mi è possibile entrare nei dettagli con la trama, ma voglio avvisare i lettori che saranno capitoli molto forti e violenti. Nonostante ciò l'autrice descrive con vividezza le disavventure delle donne indiane, sopratutto di quelle come Asha.
Nell'ultima parte riviviamo la storia dalla parte di Sarah, che mantiene la promessa e torna in India per salvare la sua amica da quel matrimonio. Nel frattempo ha iniziato a collaborare con varie associazioni per i diritti umani e saprà come gestire la situazione. Anche se, nonostante lei sia una turista, è comunque una donna in India.
L'autrice ha una buona padronanza della lingua, nonostante qualche incertezza grammaticale, l'utilizzo di diversi cliché e l'ingenuità nelle ambientazioni. Il vocabolario a volte è composto da espressioni errate per il contesto, quali l'uso della valuta “euro” in India o la parola “eresia” in una nazione che ha un concetto diverso di religione. Lo stile è pulito e limpido, tuttavia presenta una certa immaturità. La lettura è a tratti faticosa: il ritmo è monotono e prolisso e le immagini avanzano una dietro l'altra allo stesso modo, sia nei momenti gioiosi che in quelli tristi. Inoltre l'autrice ripete innumerevoli volte gli stessi concetti, cerca di spiegare al lettore quello che egli dovrebbe desumere da sé o ciò che è già stato detto. Spesso fa elenchi di nomi propri anziché utilizzare parole quali “la famiglia” o “le colleghe” ecc. e a lungo andare questo distrae il lettore dalla storia. L'errore, a parer mio, più grande è quello di anticipare continuamente ciò che verrà dopo: questo atteggiamento spezza l'incanto della lettura.
Tuttavia, come come possiamo vedere la storia è ben articolata e presenta una grossa morale di fondo. La Domino vuole aprire gli occhi di tutti noi sugli orrori che in questo preciso istante stanno avvenendo in India e che spesso vengono celati agli occhi del mondo.

In conclusione è un romanzo che ha basi sicure e una storia pregnante: con un buon labor limae e un poderoso editing, sarebbe eccellente.

Se volete saperne di più sui libri della Domino e sulle battaglie e petizioni che porta avanti, date un'occhiata al suo blog sofiadominolibri.blogspot.it
Questo invece è il link della petizione lanciata da Sofia Domino per aiutare le donne indiane https://www.change.org/en-IN/petitions/to-the-governors-of-india-take-action-to-stop-sexual-harassment-and-to-protect-women-and-children-in-india

martedì 17 giugno 2014

Letti per voi - Numeri a perdere di Riccardo Gavioso

Buongiorno popolo di Magla! Oggi vi parlerò dell’ultimo nato in casa Arpeggio Libero: Numeri a perdere, creatura letteraria di un nostro caro collega, sostenitore nonché amico: Riccardo Gavioso.
Recensione a cura di Ginevra
Numeri a perdere nasce da un’idea innovativa: l’affiancamento di racconti ad articoli “giornalistici”.
La penna efficace di Riccardo Gavioso stigmatizza con incredibile incisività alcuni degli orrori dimenticati del nostro tempo: dai massacri del Ruanda all’inferno di Payatas. Avendolo conosciuto sul sito meetale.com e avendolo apprezzato anche come scrittore di racconti (un suo scritto fu già pubblicato da Arpeggio Libero lo scorso anno nella raccolta 3013 per un bacio abbandonato) la direzione editoriale gli ha proposto di affiancare a questi articoli dei racconti che abbiano attinenza all’argomento trattato.
Da questa idea semplice nasce questo libro.
Continuate pure a dedicarvi al vostro ormai desueto mestiere di lettore, si tratterà semplicemente di far lavorare l’immaginazione come al solito”.

Numeri a perdere, che ha inaugurato la collana Hybrida, non è collocabile in nessun genere letterario convenzionale. Potremmo però dire, a grandi linee, che si tratta di un libro di attualità e di denuncia, che mescola racconti brevi ad articoli giornalistici. Eppure solo leggendolo se ne può cogliere a pieno la vera essenza.
Gli articoli sono incentrati sui grandi flagelli del giorno d’oggi, da quelli ben noti a quelli tenuti quasi nascosti dai “pennivendoli”, specie di giornalista malvista da Gavioso. L’attenzione del lettore è portata sulle tragedie del Ruanda, sulla Terra dei fuochi, sulle Filippine, sulle scuole italiane, sulla morte di Fisher. Tuttavia l’autore non si limita certamente a una fredda cronaca, a un elenco di fatti e conteggio dei morti. No, gli scritti di Gavioso sono sfacciatamente veritieri e pervasi da un’ironia pungente che colpisce tutti noi, spettatori e creatori della Storia. Frasi rudi e dirette pungono la coscienza del lettore.
Il neologismo femminicidio rimbalza fastidioso sui nostri giornali come un moscone invernale sul vetro. Ed è tragicamente ridicolo che nessuno pare si sia accorto che la scelta del lemma li avvicina alla mentalità del colpevoli.
Ogni articolo è preceduto da un racconto breve che ne riflette il tema. Lo stile rimane arguto e quasi doloroso, le parole spesso sono sospese in una sorta di “detto non detto” che induce il lettore a concludere la frase con le proprie idee, le quali coincidono sempre con il pensiero dell’autore, che ha condotto per mano il suo ascoltatore, passo dopo passo, fino a fargli creare la propria personale idea. Infatti Gavioso non pretende di insegnare nulla né di descrivere alcunché. Egli si limita a mostrare al lettore ciò in cui dovrebbe credere, senza imposizioni, senza arroganza, come ogni buon insegnante dovrebbe fare.
Lei è un idealista, professore, io non lo sono… Certo, persone come lei sono belle da guardare e suggestive da narrare, ma non servono… non servono. Lei è un uomo che se si ritrovasse tra le mani quattro mattoni e un paio d’ore di tempo, inizierebbe a costruire una cattedrale; io le metterei in un quadrato, accenderei un fuocherello e ci arrostirei sopra qualcosa… La vita è così breve, professore.
- (…) Io poserò i miei quattro mattoni, e a chi raccoglierà la cazzuola ne resteranno quattro in meno da posare… è già molto, mi creda…
Il lettore viene addirittura coinvolto in alcuni racconti, cosa insolita eppur originale, come particolari sono le storie dal punto di vista di un mattone o di una bufala campana, perché l’uomo non è capace di narrare tutto, o forse non può semplicemente parlarne.

E le donne arrivano. I capelli bianchi, nascosti da panuelos. Una volta fasce dello stesso colore. Ora foulard, ora simbolo. Sono poche e faticano ad arrivare. Mi guardano e si appoggiano a me, vinte dal ricordo o da una fatica che è arrivata presto. Sono poche e vere le madri di Plaza de Mayo
Un libro innovativo eppur vecchio quanto la memoria umana, o quella dei mattoni.

Rivoglio il giocattolino del dottor Guillon. Voglio un nuovo Maximilein- François-Marie-Isidor de Robespierre. Voglio un uomo che si ricordi che le unghie sono strumenti utilissimi, ma quando il loro prolungarsi valica un certo limite, il taglio è inevitabile. Zac!
Titolo: Numeri a perdere
Autore: Riccardo Gavioso
Editore: Arpeggio Libero, 2014
Pagine: 114
Prezzo: 12 euro
Link per l’acquisto: Sul sito dell’editore o su ibs