venerdì 15 gennaio 2016

Ecco a voi... le MAGLOZZE!







Nell'illustrazione creata da Clementina Boccellino, sapete riconoscere le autrici che hanno dato vita al mondo di Magla?

Alessandra Nitti è l'intraprendente moretta alla sinistra. Accanto a lei  trovate la riflessiva Clementina Boccellino.
 Loriana Lucciarini è la bruna iperattiva a destra e Marta Tempra le è al fianco sorridente...
 
Volete scoprire di più su di loro? Facile! C'è un blog tutto per le Maglozze dove troverete informazioni, racconti e i loro scritti messi online per voi! :-D

Read it now... you are welcome!

[Magla's Addicted] - Il mare e il veliero, Santina Gullotto



IL MARE E IL VELIERO
Santina Gullotto



Di quel mare azurro e sereno che solcava il gagliardo veliero, rimaneva la solaparvenza..... Un oceano di onde gicanti, ripetutamente sbatteva i suoi fianchi..... Cicolando la vela si spezza, e poi un'altra e un'altra ancora..... E come di un'orca ferita, il suo breve lamento, in quel mare infinito si perde. Si adagia il nero veliero, piano, piano sul fondo..... Di quel mare azzurro e profondo.....

(a cura di Pino Prete)

[Letti per voi] - Sanditon di Jane Austen

Ciao a tutt* car* lettor* e followers, eccomi oggi a recensirvi il volume:



Jane Austen “Sanditon” – Newton Compton Editori – 2014 – 128 pp – 1,90 euro


trama: Charlotte, la prima dei quindici figli di un proprietario terriero di Wilingden, soccorre con la sua famiglia Mr Parker e consorte, coinvolti in un incidente con la loro carrozza. Mr e Mrs Parker, vengono quindi ospitati dagli Heywood e durante questo periodo le due famiglie si legano da solerte amicizia. Appena Mr Parker è in condizione di viaggiare, egli invita la maggiore delle figlie Heywood a trascorrere una breve vacanza a Sanditon, località balneare da poco divenuta ambita meta turistica, grazie proprio a Mr Parker che, da esimio membro della comunità locale, è diventato il primo investitore e fautore di questa crescita d’interesse per la località di Sanditon e della sua espansione edilizia. Charlotte quindi parte alla volta della città balneare e la sua vita avrà una svolta inaspettata…

Recensione: Jane Austen, già debilitata della malattia che la porterà alla morte (morbo di Addison), non terminerà mai questo romanzo, che rimane quindi incompiuto. Eppure della sua malattia non troviamo traccia in queste pagine anzi, la storia è solare e ritroviamo in ogni riga la caratteristica ironia dell’autrice, qui ancora più esplicita e evidente, piuttosto che in altre sue opere. Alcuni personaggi sono tratteggiati in modo spassoso e numerosi passaggi del libro sono sottilmente divertenti.

Purtroppo la storia non spicca il volo solo perché l’autrice morirà qualche mese dopo. Ci lascia un sofferto senso di abbandono per questa che è una delle scrittrici più amate da lettori di ogni epoca.

Da leggere perché… la penna sopraffina della Austen è sempre speciale e anche se il racconto è incompiuto il lettore può godere appieno delle sue eccellenti doti narrative e di descrizione arguta e divertita dei propri personaggi.
∼ Loriana ∼





giovedì 14 gennaio 2016

[Magla's Addicted] - Sfida alla lettura!

Carissimi lettori, riceviamo e vi informiamo di questa bella iniziativa...




Salve a tutti e un augurio di Buon anno da parte di Inkbooks.

Oggi vi scrivo per proporre a ognuno di voi di aderire a un'iniziativa che avrà inizio proprio con l'anno nuovo. Abbiamo creato la Inkbooks Reading Challenge 2016, una sfida di lettura lunga un anno durante la quale proveremo a superare 50 piccole sfide di lettura.
Lo scopo non è solo leggere ma soprattutto condividere man mano esperienze, citazioni, nuove scoperte, attraverso il gruppo facebook appositamente creato: 

Trovate tutte le informazioni sull'iniziativa a questo link:
http://inkbooks.altervista.org/1397-2/

In allegato, il pdf della Reading Challenge.
Sperando di avervi fatto cosa gradita e confidando nel ritrovarvi a breve nel nostro gruppo facebook, rinnovo i nostri più sentiti auguri.

Roberta Taverna


...vi volete cimentare nell'impresa?

Magla staff

[Magla's Addicted] - Ultimo canto di Saffo, Giacomo Leopardi

I 41 CANTI DI GIACOMO LEOPARDI
IX - ULTIMO CANTO DI SAFFO 


Placida notte, e verecondo raggio Della cadente luna; e tu che spunti Fra la tacita selva in su la rupe, Nunzio del giorno; oh dilettose e care Mentre ignote mi fur l'erinni e il fato, Sembianze agli occhi miei; già non arride Spettacol molle ai disperati affetti. Noi l'insueto allor gaudio ravviva Quando per l'etra liquido si volve E per li campi trepidanti il flutto Polveroso de' Noti, e quando il carro, Grave carro di Giove a noi sul capo, Tonando, il tenebroso aere divide. Noi per le balze e le profonde valli Natar giova tra' nembi, e noi la vasta Fuga de' greggi sbigottiti, o d'alto Fiume alla dubbia sponda Il suono e la vittrice ira dell'onda.
Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella Sei tu, rorida terra. Ahi di cotesta Infinita beltà parte nessuna Alla misera Saffo i numi e l'empia Sorte non fenno. A' tuoi superbi regni Vile, o natura, e grave ospite addetta, E dispregiata amante, alle vezzose Tue forme il core e le pupille invano Supplichevole intendo. A me non ride L'aprico margo, e dall'eterea porta Il mattutino albor; me non il canto De' colorati augelli, e non de' faggi Il murmure saluta: e dove all'ombra Degl'inchinati salici dispiega Candido rivo il puro seno, al mio Lubrico piè le flessuose linfe Disdegnando sottragge, E preme in fuga l'odorate spiagge.
Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo Il ciel mi fosse e di fortuna il volto? In che peccai bambina, allor che ignara Di misfatto è la vita, onde poi scemo Di giovanezza, e disfiorato, al fuso Dell'indomita Parca si volvesse Il ferrigno mio stame? Incaute voci Spande il tuo labbro: i destinati eventi Move arcano consiglio. Arcano è tutto, Fuor che il nostro dolor. Negletta prole Nascemmo al pianto, e la ragione in grembo De' celesti si posa. Oh cure, oh speme De' più verd'anni! Alle sembianze il Padre, Alle amene sembianze eterno regno Diè nelle genti; e per virili imprese, Per dotta lira o canto, Virtù non luce in disadorno ammanto.
Morremo. Il velo indegno a terra sparto, Rifuggirà l'ignudo animo a Dite, E il crudo fallo emenderà del cieco Dispensator de' casi. E tu cui lungo Amore indarno, e lunga fede, e vano D'implacato desio furor mi strinse, Vivi felice, se felice in terra Visse nato mortal. Me non asperse Del soave licor del doglio avaro Giove, poi che perìr gl'inganni e il sogno Della mia fanciullezza. Ogni più lieto Giorno di nostra età primo s'invola. Sottentra il morbo, e la vecchiezza, e l'ombra Della gelida morte. Ecco di tante Sperate palme e dilettosi errori, Il Tartaro m'avanza; e il prode ingegno Han la tenaria Diva, E l'atra notte, e la silente riva.

(a cura di Pino Prete)

[Magla's Addicted] - Nuova silloge poetica di Santina Gullotto

Ciao a tutti.
Oggi vi voglio raccontare come mi sono ammalato di una malattia molto contagiosa e, avendo un'animo perfido cerco di contagiare quanta più gente possibile... La malattia si chiama AMORE PER LA POESIA!

Nato nel 41 in un piccolo paese della provincia di Lecce, paese a prevalenza contadina, si conduceva una vita semplice. Noi bambini giocavamo inventandoci umili passatempi. Il mio preferito era nei pomeriggi liberi (tutti i giorni) a trovare il proprietario di un piccolo forno e assistevo al via vai di paesani adulti che andavano a ritirare chi il pane, chi le tielle di pasta, chi di parmigina, chi di fichi secchi ripieni di mandorle. Ma la cosa per me molto bella era che durante le pause, seduti attorno ad un bracere, il fornaio ci recitva delle poesie, delle filastrocche o dei racconti scritti da lui.
Pomeriggi incantevoli, che porto ancor nel cuore.

Cresciuto e divenuto uomo ormai anziamo, coltivo ancora la passione per l'arte in genere: poesie, foto, pittura in generale.

Ma ora, veniamo al punto.

Seguo con interesse una poetessa, scrittrice, pittrice e fotografa e nei primi giorni di gennaio vedrà la luce una nuova raccolta di poesie, di illustrazioni di sue pitture e di foto da lei scattate, guardandosi attorno nella sua amata terra, la Sicilia.

Il libro, di prossima pubblicazione contiene più di 50 poesie, molte le ho già pubblicizzate in vari canali social. Trattasi di Santina Gullotto e del suo "Le ali del cuore"

Le ali del cuore
Santina Gullotto


Sinossi 

 In ogni cuore ci sono delle ali che ci portano oltre i pensieri tristi ...oltre le angosce che turbano l’anima.... ali forti e fragili nello stesso tempo....ali che si potrebbero spezzare piegate dai giorni turbolenti che si presentano nel cammino della nostra vita...non permettiamo che la gioia si spenga e che i sogni svaniscano con la luce del giorno ma continuiamo a sognare per vivere e sperare....cerchiamo di non spegnere la musica che abbiamo dentro e dopo le dure prove torniamo a volare ....manteniamo viva la speranza di un futuro migliore.... facciamo si che sia reale questa verità 


Vi propongo ora una sua poesia...

"Il sole non muore al tramonto all'alba sarà puntuale"
(di Santina Gullotto)

Danzi, danzi e la tua danza
con la musica si fonde, entro un sogno la ritrovi
e ritorni a volare dentro i sogni e nei pensieri


Bella la dedica:

Dedico questa silloge alla mia nipotina Miriam che le sue ali siano sempre candide e splendenti che la possano portare in alto verso quell’amore puro che non ha nulla della materialità ma ricco di sentimenti veri pieni di luce ...che possa volare alto oltre il dolore verso la speranza...

Un libro che invito anche voi a conoscere e scoprire. Intanto un caro saluto a tutti.

Pino Prete

martedì 12 gennaio 2016

[Magla's Addicted ] - Il primo amore, Giacomo Leopardi



41 CANTI DI GIACOMO LEOPARDI

X - IL PRIMO AMORE


Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia!

Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, Io mirava colei ch'a questo core Primiera il varco ed innocente aprissi.

Ahi come mal mi governasti, amore! Perchè seco dovea sì dolce affetto Recar tanto desio, tanto dolore?

E non sereno, e non intero e schietto, Anzi pien di travaglio e di lamento Al cor mi discendea tanto diletto?

Dimmi, tenero core, or che spavento, Che angoscia era la tua fra quel pensiero Presso al qual t'era noia ogni contento?

Quel pensier che nel dì, che lusinghiero Ti si offeriva nella notte, quando Tutto queto parea nell'emisfero:

Tu inquieto, e felice e miserando, M'affaticavi in su le piume il fianco, Ad ogni or fortemente palpitando.

E dove io tristo ed affannato e stanco Gli occhi al sonno chiudea, come per febre Rotto e deliro il sonno venia manco.

Oh come viva in mezzo alle tenebre Sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi La contemplavan sotto alle palpebre!

Oh come soavissimi diffusi Moti per l'ossa mi serpeano, oh come Mille nell'alma instabili, confusi

Pensieri si volgean! qual tra le chiome D'antica selva zefiro scorrendo, Un lungo, incerto mormorar ne prome.

E mentre io taccio, e mentre io non contendo, Che dicevi, o mio cor, che si partia Quella per che penando ivi e battendo?

Il cuocer non più tosto io mi sentia Della vampa d' amor, che il venticello Che l'aleggiava, volossene via.

Senza sonno io giacea sul dì novello, E i destrier che dovean farmi deserto, Battean la zampa sotto al patrio ostello.

Ed io timido e cheto ed inesperto, Ver lo balcone al buio protendea L'orecchio avido e l'occhio indarno aperto,

La voce ad ascoltar, se ne dovea Di quelle labbra uscir, ch'ultima fosse; La voce, ch'altro il cielo, ahi, mi togliea.

Quante volte plebea voce percosse Il dubitoso orecchio, e un gel mi prese, E il core in forse a palpitar si mosse!

E poi che finalmente mi discese La cara voce al core, e de' cavai E delle rote il romorio s'intese;

Orbo rimaso allor, mi rannicchiai Palpitando nel letto e, chiusi gli occhi, Strinsi il cor con la mano, e sospirai.

Poscia traendo i tremuli ginocchi Stupidamente per la muta stanza, Ch'altro sarà, dicea, che il cor mi tocchi?

Amarissima allor la ricordanza Locommisi nel petto, e mi serrava Ad ogni voce il core, a ogni sembianza.

E lunga doglia il sen mi ricercava, Com'è quando a distesa Olimpo piove Malinconicamente e i campi lava.

Ned io ti conoscea, garzon di nove E nove Soli, in questo a pianger nato Quando facevi, amor, le prime prove.

Quando in ispregio ogni piacer, nè grato M'era degli astri il riso, o dell'aurora Queta il silenzio, o il verdeggiar del prato.

Anche di gloria amor taceami allora Nel petto, cui scaldar tanto solea, Che di beltade amor vi fea dimora.

Nè gli occhi ai noti studi io rivolgea, E quelli m'apparian vani per cui Vano ogni altro desir creduto avea.

Deh come mai da me sì vario fui, E tanto amor mi tolse un altro amore? Deh quanto, in verità, vani siam nui!

Solo il mio cor piaceami, e col mio core In un perenne ragionar sepolto, Alla guardia seder del mio dolore.

E l'occhio a terra chino o in se raccolto, Di riscontrarsi fuggitivo e vago Nè in leggiadro soffria nè in turpe volto:

Che la illibata, la candida imago Turbare egli temea pinta nel seno, Come all'aure si turba onda di lago.

E quel di non aver goduto appieno Pentimento, che l'anima ci grava, E il piacer che passò cangia in veleno,

Per li fuggiti dì mi stimolava Tuttora il sen: che la vergogna il duro Suo morso in questo cor già non oprava.

Al cielo, a voi, gentili anime, io giuro Che voglia non m'entrò bassa nel petto, Ch'arsi di foco intaminato e puro.

Vive quel foco ancor, vive l'affetto, Spira nel pensier mio la bella imago, Da cui, se non celeste, altro diletto

Giammai non ebbi, e sol di lei m'appago.

(a cura di Pino Prete)

lunedì 11 gennaio 2016

Di favole e di gioia: disponibile il primo volume ...

Di favole e di gioia: disponibile il primo volume ...: Disponibile il primo volume della collana "Di favole e di gioia" - edizioni Arpeggio Libero con le fiabe "Si può volare s...

Trasparente

Le Maglozze: [L'sW] - Trasparente: E’ seduta di fronte a me, carina – anzi no – normale. Viso minuto, lineamenti precisi, capelli biondini portati appena lunghi sulle ...

[Magla's Addicted] - Il mare, Antonio Machado

Antonio Machado
Il mare


Freme e ride il mare tra onde azzurre e spume di latte e argento, freme e ride il mare sotto il cielo azzurro. Il mare come latte, il mare brillante.
Poesia di Antonio Machado Paesaggio estivo
Lucertola sul muro....Fonte secca. Cardo bruciato, cenere, vetro affumato, rosolaccio sullo stelo lanoso. Scorre una stella.... Il grillo canta occulto. E l'arboreta mormora una frase, una sola: Poi ritorna a restarsi in silenzio. Lucciola o brina? Arrota la cicala il silenzio.... Tra i fusti del giardino, percepiamo verde anch'essa la vipera.

(a cura di Pino Prete)

[Magla's Addicted] - Antonio Machado



Antonio Machado, il cui nome completo è Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz (Siviglia, 26 luglio 1875 – Collioure, 22 febbraio 1939), è stato un poeta e scrittore spagnolo, tra i maggiori di tutti i tempi appartenente alla cosiddetta generazione del '98.

ANTONIO MACHADO


Sto sognando strade pomeriggio. Le colline oro, verde dei pini, la quercia polveroso! 
Da dove viene questa strada va? Sto cantando, viaggiatore lungo il percorso
 -la tardi IS cadere. "Al cuore non aveva la spina di una passione; Sono riuscito a strappare un giorno: "Non mi sento il cuore."

E l'intero campo un momento rimane, silenzioso e cupo, meditando. Suoni vento Pioppi sul fiume.

Più sera oscura; e la strada che si snoda e debolmente sbiancamento offusca e scompare.

Il mio canto di nuovo lamentano: "Spina d'oro Sharp, Chi ti sentiresti bloccato nel cuore. "
(a cura di Pino Prete)