mercoledì 21 maggio 2014

[letti per voi] - "Cercando di te" di Sabina Di Gangi



Recensione di
"Cercando di te" di Sabina Di Gangi


Pagine: 253

Prezzo ebook: 1,99 euro

ISBN:  9788868850043 

Pubblicato il 06 febbraio 2014


Romance. New adult. Inghilterra

Dove acquistarlo:

http://www.amazon.it/Cercando-te-Sabina-Di-Gangi-ebook/dp/B00IAA0F52/ref=zg_bs_1338388031_58 (Amazon o Kobo)



Quanto può attendere l'amore? Un giorno, un mese, un anno... dieci anni, prima che il tormento logori l'anima. Philip e Nicole sopportano in silenzio, colmando i vuoti. Lui cercando in ogni donna qualcosa che gli ricordi lei. Lei che si circonda di oggetti, di foto, di affetti che la possano legare a lui. Aspettando che sia il fato a giocare la prima carta, sperando che il tempo non affievolisca i sentimenti. Sperando che il sole non spunti più pur di dimenticare e sperare che sorga per l'eternità pur di potersi rincontrare. Un amore puro, che va contro ogni regola, contro tutti e tutto.

Trama
Questo libro racconta dell’amore che lega Philip a Nicole, due giovani destinati a stare insieme. Il destino però pone un evento sul cammino dei due ragazzi, che li allontanerà e impedirà loro di trasformare i desideri in realtà. Infatti, durante la rievocazione storica di Glastonbury Tor, in cui i due ragazzi interpretano la coppia Re Artù-Ginevra, Philip non riesce ad impedire che Nicole sia vittima di un incidente, incidente che interromperà e pregiudicherà l’intera cerimonia. Così il giovane e timido Philip, pieno di insicurezze e sensi di colpa, fugge lontano, in una Londra lussuosa e d’élite, per trasformarsi, dieci anni dopo, in un uomo affascinante e seducente. Di donne ne ha avute tante, Philip, e si brucia in notti di sesso e passione senza futuro, sapendo che nonostante tutti gli anni passati, c’è solo una donna che vuole e che ama: Nicole.
Anche Nicole non lo ha mai dimenticato e da anni si strugge in mille domande sul perché della sua fuga, di quell’allontanamento così inspiegabile e repentino, senza aver mai smesso di provare per lui un sentimento di amore appassionato e profondo.
Eppure, nonostante gli ostacoli, il loro legame così speciale è così forte travalicherà la lontananza e il tempo: i due, infatti, continueranno a provare un forte sentimento, sospinti anche da segnali misteriosi (i sogni ricorrenti di Philip, l’anello ritrovato dal padre di Nicole quasi per caso e che lei porta da sempre al dito, senza sapere che è lo stesso anello che Philip voleva darle in dono quel pomeriggio di tanti anni fa e che, invece, dopo lo sfortunato incidente, ha furiosamente gettato in un pozzo).
Il destino, che un tempo li ha uniti, troverà il modo di farli incontrare; ma non senza porre sulla strada di Nicole e Philip nuovi ostacoli e nuove difficoltà.

Recensione
Sabina Di Gangi è l’esatta dimostrazione di come una penna dotata, riesca a dare dignità a un romanzo la cui trama s’attarda e si perde in momenti stereotipati e in cliché fin troppo prevedibili. Forse non sono la lettrice più adatta per valutare questo genere di storie, vista la mia predilezione per letture intimiste e filosofiche, pertanto è proprio per questo che il mio approccio è stato un po’ difficoltoso.
Quindi, da una parte trovo che il romanzo sia il prodotto delle ultime tendenze letterarie e che, in alcuni momenti scada in banalità che potevano essere evitate. Perché, infatti, un uomo affascinante come Philip abbia bisogno di drogare le sue partner occasionali e soprattutto consenzienti, questo mi rimane incomprensibile. Così come mi sembra alquanto farraginoso il voler giustificare il forzato allontanamento del protagonista, per un lungo decennio, al solo senso di colpa per l’incidente avvenuto a Glastonbury Tor. Allontanamento che, nonostante sia un doloroso tormento per l’uomo, non viene mai risolto decidendo di rincontrare l’amata. Stessa considerazione potrei fare sullo svolgimento delle pagine che ci accompagnano verso la fine della storia, dove vediamo un Philip in lacrime per la morte della madre ma dedito, appena poche pagine dopo, a distensive partite di golf e a degustazioni di whiskey della migliore qualità nell’esclusivo club cittadino.
Mentre, dall’altra, apprezzo la scelta stilistica di leggerezza con la quale l’autrice ci racconta della vita di Nicole e del tenero sentimento che continua a custodire verso l’amato Philip, nonostante il trascorrere degli anni, E’ questo infatti il punto di forza narrativo che ho colto con maggiore intensità: la volontà dell’autrice di esaltare l’amore vero, rispetto alla semplice ricerca del piacere. Questo è evidente soprattutto in Philip, che ha avuto e usato tantissime donne, che poi scopre di provare verso Nicole un sentimento così profondo che spazzerà via con determinazione e immediatezza tutte le esperienze passate. Nicole è infatti l’unica donna con cui, per tutta la durata dal romanzo, Philip non farà sesso, ma che avvolgerà di un amore profondo e assolutamente devoto. Un amore così puro e sublime che forse neanche l’uomo, ormai segnato dalla vita, pensava di essere ancora in grado di dare.
L’autrice ha una buona capacità narrativa, uno stile equilibrato e fluido, domina la scrittura con competenza e riesce a trasportare il lettore nelle atmosfere affascinanti e patinate della buona società che Philip frequenta. La Di Gangi è in grado di tratteggiare descrizioni dei bellissimi luoghi in cui il romanzo è ambientato (Londra, Parigi, Glastonbury, Costa Azzurra), come pennellate d’acquarello, coinvolgendo il lettore in una lettura scorrevole e lieve fino all’ultima pagina.
Quindi, a parte le mie personali preferenze di lettura, trovo che nel complesso il libro proponga una storia ottimamente narrata, in cui gli ingredienti ben miscelati insieme (romanticismo, destino, amore, intrigo e alcune pagine di appassionato sesso), realizzano un romanzo adatto a una buona lettura d’evasione.

Buona lettura, quindi!
a cura di  Loriana Lucciarini

lunedì 19 maggio 2014

[emozioni tra le pagine] - Tirare avanti senza averti raggiunto

«Anime gemelle non saremmo mai state (io e Kathy): eravamo due barche incontratesi in mezzo al mare, l'una aveva cambiato rotta per navigare per un po' nella stessa direzione dell'altra, su un mare deserto. Barche differenti, in viaggio per differenti porti, e lo sapevamo.
Ebbi la curiosa sensazione di star segnando il passo, di star aspettando che qualcosa accadesse prima che la mia vita potesse prendere la sua strana strada incantata, andar dritta al suo scopo, alla sua meta.Fossi un'anima gemella separata dal mio amore, - pensavo - m'aspetterei che lei tirasse avanti come meglio può senza di me, finché in qualche modo ci troveremo a vicenda. Nel frattempo, mia cara gemella sconosciuta, t'aspetti la stessa cosa da me?»
[da "Un ponte sull'eternità" di Richard Bach]

domenica 18 maggio 2014

[letti per voi] - "Le colpe del sangue" di Gina Emanuele Sorace




Trama

Roberto deve ritrovare Vassilij. Di quell’uomo, al quale è legato da una vita, non c’è più nessuna traccia. La ricerca non è facile, i ricordi e i rimorsi del passato si fanno sentire prepotenti. Chi è oggi Vassilij? Chi è stato veramente? Che aspetto ha? In una folle corsa contro il tempo, bisogna trovarlo prima che sia troppo tardi.


Biografia

Gina Emanuela Sorace è nata a Bari nel 1980 e vive a Foggia. Ha lavorato in diversi studi legali e come insegnante privata, ma la sua passione principale sembra essere la scrittura. L'autrice è, infatti, alla sua terza pubblicazione.
Nel 2011 esordisce con il giallo “Il rifiuto del sì”, pubblicato con Altromondo Editore e nel 2013 Le Solitudini.
Nel 2014 è la volta di “Le colpe del sangue” che Magla ha letto e recensito per voi.

Recensione

Il genere giallo-erotico in questi anni prende sempre più piede e tanti sono già gli autori che sulla scia di diversi successi letterari in merito, si dedicano a questo particolare genere che se non gestito bene, può sembrare una copia di tanti altri. Purtroppo non ne sono amante e la lettura è stata un po' complicata da questo, ma partendo dalla premessa, devo dire che l'autrice ha comunque trovato uno stile tutto suo e una serie di fatti che possono condurre chiunque alla lettura del libro.
Abbiamo la figura di questo medico ginecologo, Roberto, la cui mente è prigioniera di un passato che man mano, durante la storia, riemerge; è un romanzo dove verità e fantasia di fondono creando un equilibrio precario che mette a rischio una vita da vincente. Eh sì, perché Roberto ha tutto, ma ci mostra attraverso la sua vita come anche il “tutto” sia relativo. Roberto, insomma, per quanto possa sembrare ed è in un certo senso una persona che ha “conquistato il mondo” e detiene le redini della sua vita, nasconde segreti, tradisce la moglie e porta le menzogne anche nel suo lavoro.
Perché? Quale matassa ingarbugliata spinge quest'uomo in una fitta rete d'inganni?
Non si può comunque dire altro in merito alla storia perché si rischia di fare spoiler.

Lo stile dell'autrice è semplice, una scrittura scorrevole, senza troppi dettagli ma quanto basta per capire in quale ambiente ci troviamo. 
E per oggi è tutto, cari amici lettori; da Magla un sereno inizio settimana.
Annalisa 


domenica 11 maggio 2014

Italians do it better - "(letto letto) il Re Squaletto" di Simone Bertino

Cari lettori, Simone Bertino è già stato ospite nelle nostre pagine di Magla, non poco tempo fa. Di lui vi avevo parlato del suo primo libro "Il Mentore"
Oggi invece vi voglio parlare del suo nuovo libro, una favola per ragazzi (e non solo), dal curioso titolo (letto letto) il Re Squaletto...



LA RECENSIONE

Come spiegare processi complessi senza esser banali e noiosi?
Simone Bertino ci prova con questo piccolo libro, intrecciando il suo racconto di viaggio con elementi fiabeschi, per trasportare il lettore in una storia originale, non banale.
E’ bravo proprio ad osare questo nuovo sistema narrativo, che rende – nella sua semplicità – assolutamente più chiari i concetti filosofici che ci vuole illustrare.
Così le dissertazioni sull’energia dell’universo hanno il potere certamente di colpire il lettore, se a farle sono il protagonista e il suo nuovo amico, baby shark, un piccolo squaletto che l’autore, nelle vesti del protagonista narratore, incontra oltre la barriera corallina di una delle isole Thailandesi.
Il diario di viaggio, quindi, s’intreccia con il racconto di questa esperienza magica. 
“Un viaggio è sempre il più vicino dei misteri. Un viaggio ha in sé la rara sensazione della prossima scoperta di un segreto. Un viaggio è l’essenza stessa della vita.”

“Fa caldo ma è ventilato. Il cielo è in parte azzurro e limpido ed in parte solcato da nuvoloni e nuvolette. In alcuni punti le nuvole sono dense e nere. Il cielo della Thailandia ad agosto lascia aperte decine di possibilità e scenari ma non delude mai, anzi, arricchisce l’esperienza di questa terra e di questo paese.”


In quest’avventura il protagonista ha modo di incontrare e parlare con varie creature marine, al fine di scoprire un segreto. Ognuno di questi incontri lo arricchirà e lo porterà, lentamente, a una nuova conoscenza di sé e delle proprie capacità, nonché gli permetterà di carpire alcuni segreti della vita. 


“…una volta arrivato ad un certo punto, hai la possibilità di decidere da solo se essere presente o farti distrarre. Questa è la sfida della vostra epoca. In occidente siete arrivati al culmine energetico della vostra tensione mentale, ora dovete decidere in quale direzione svoltare, se dentro o fuori di voi. Ognuna delle due scelte avrà comunque effetti sulla realtà. Anche non scegliere avrà effetti.” 

 
“…vi sono infinite possibilità, che anche quando credi che andare a fondo sia l’unica possibilità, la magia della vita può sempre sorprenderti e salvarti.”


“La nascita e la morte non contano, l’esistenza è il fulcro. Se vuoi essere un favorito della fortuna devi essere il miglior te in ogni singolo istante, anche se ciò può costarti un’umiliazione o la vita stessa. I favoriti della fortuna sanno di esserlo, ma non attribuiscono molta importanza a ciò o alla loro vita, avendo ben chiaro che entrambi sono parte di altro che è di più. Loro non temono ma amano, sono pura immaginazione in un mondo di dolore e difficoltà, sono la vibrazione che spezza gli equilibri.”


Scritto volontariamente in modo semplice e confidenziale, per arrivare in modo immediato e diretto nell’animo del lettore, il libro è un piccolo scrigno di proposte e riflessioni. Oltre a divertire, durante la lettura dei vari incontri sottomarini, apre spiragli di conoscenza profonda nella mente di chi legge.

Un buon lavoro, sicuramente originale nella concezione e diretto nella comunicazione, di scorrevole lettura e dagli spunti filosofici interessanti.



CITAZIONI DAL LIBRO

“Anni fa ho scoperto che la mente si nutre di vita, incontri, scontri e silenzi. Il silenzio è come il sonno. Permette alla mente di rigenerarsi e al contempo di riorganizzare le informazioni pescate qua e là con i cinque sensi: vista, udito, tatto, olfatto e gusto.” 

 
“Solitamente odiamo quelli che ci spingono oltre i nostri limiti, ma loro sanno che quell’odio è necessario per raggiungere l’obiettivo di una nuova conquista o consapevolezza, poiché dopo, l’odio, si trasformerà in gratitudine, consentendoci di diventare esseri viventi capaci di essere di aiuto per gli altri, con fiducia e convinzione.”

“Ho sempre creduto che il tempo trascorso a parlare, o anche solo ascoltare, persone che avevano senza dubbio qualcosa da trasmettere fosse uno dei modi migliori per trascorrere parte del tempo presente al fine di un utilizzo migliore del tempo futuro.”

“Devi capire che voi uomini vi siete scissi, per volere di pochi, dall’unicità della vita. Ognuno di voi è come se fosse scollegato da se stesso e dal resto della realtà. Questo contrasta con l’essenza della vita ed allontana dalla stessa, tradendo la scommessa su cui il suo pensiero si fonda. Da qui la contrapposizione tra esseri umani e tutto il resto, compresa la Terra.”

“Dormi poco, gioca, scherza, la vita è come la schiuma di un rivolo d’acqua che si ritrae dalla spiaggia, dura il tempo di un’occhiata, vale l’istante di un ricordo.”





INTERVISTA ALL'AUTORE


 
domanda (D): Com’è nata l’idea di questo libro?
risposta (R): L’idea è nata grazie ad un altro libro, molto letto dai bambini di tutte le età, e che casualmente mi era tornato tra le mani poco prima di partire per la Thailandia, terra che mi ha poi reso molto semplice tradurre l’idea in realtà. La storia raccontata con quel libro, ma anche la biografia del suo romantico autore, mi hanno sempre affascinato ed accompagnato, per più di vent’anni, con i loro insegnamenti sempre attuali ed essenziali, per chi voglia mantenere viva l’innata capacità di amare e sognare. Questo libro è Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.

(D): Perché hai deciso di strutturarlo in questo modo?  
(R): La struttura, come per il ben più famoso racconto del viaggio sulla Terra del piccolo biondino, è quella tipica del lungo racconto, con il quale l’autore intende, per intimi motivi, parlare indirettamente di sé e del proprio mondo interiore, comunicando in questo modo al pubblico dei lettori un messaggio spesso attuale, sicuramente profondo, che con altre strutture narrative risulterebbe da un lato pesante e dall’altro lato rivolto solo ad un pubblico adulto e di nicchia. Il racconto di fantasia, collegato in modo chiaro ad un viaggio nella realtà oppure ad aspetti concreti di quest’ultima, permette, invece, di rivolgersi trasversalmente a tutti i potenziali lettori esistenti, dai più piccoli ai più grandi, potendo ognuno di loro scorgere e completare, sulla base del percorso di vita svolto, il messaggio contenuto nel racconto.
 
(D): Come coniughi questo tuo lato da esploratore dei meccanismi e del senso della vita, con la tua professione di avvocato? 
(R): Il collegamento è inevitabile. Come ho cercato di spiegare nel mio primo libro “o avvocato o morte!” , scritto di getto come necessità esistenziale, senza regole e con poca attenzione alla forma ed al perfezionismo linguistico, l’avvocato è sostanzialmente un condannato alla solitudine che attraversa, oltre alla sua, più esistenze che si intersecano tra loro, vivendone aspetti, al contempo drammatici ed esilaranti, che, senza possibile alternativa, lo conducono sino ai confini degli abissi della mente e dell’anima dell’uomo. In questo modo, l’appassionato professionista avvocato riceve in cambio un insegnamento unico ed indispensabile per condurre una vita completa: una lucida e cincia consapevolezza sulle caratteristiche umane che, come contro altare, impone la necessità di ritrovare altrove, in altre forme, un collegamento con la parte più pura di ogni essere vivente, quella scintilla di energia che anima la mentalità creativa concessa in dono a ciascuno di noi al momento della nascita.

(D): Continuerai a scrivere di questi argomenti o per le tua prossime produzioni ti cimenterai in altri generi?  
(R): Sinceramente non so risponderti con precisione. Al momento sono immerso in evoluzioni professionali che dopo anni dal mio inizio professionale mi appassionano come allora. Quindi, al momento sto scrivendo poco, prevalentemente per me stesso, ma sono certo che questa sia solo una pausa di evoluzione necessaria, come spesso accade, per continuare su una strada misteriosa come quella tracciata dalla volontà di scrivere per comunicare.

(D):  I tuoi progetti futuri? Parlacene  
(R): Posso dirti che da tempo immagino un racconto, forse un romanzo, che come protagonisti ha un anziano signore, un giovane ed idealista professionista ed una bella e fascinosa donna dello spettacolo. Non so se da questa idea ne nascerà qualcosa, ma non lo escludo. Non so essere più preciso perché ho capito che, contrariamente a ciò che molti pensano, non sempre è lo scrittore a decidere della scrittura ma sovente è questa a decidere per lui e di lui. 

(D): Nel primo libro affrontavi come imparare a vivere meglio, come arginare i problemi per trovarne una soluzione, come superare i punti critici della nostra esistenza con uno sguardo e una capacità di giudizio positiva e pronta a cogliere le potenzialità che la vita ci offre, anche i momenti negativi. Qui, in questo tuo nuovo libro, ricorre il tema centrale: scoprire come vivere, ma lo affronti in modo e in uno stile narrativo completamente differente. Perché questa scelta?  

(R): Sostanzialmente ho già risposto in precedenza, ma questa domanda è comunque utile e fondamentale per ribadire un concetto essenziale in merito alla volontà di comunicare pensieri e riflessioni profonde che, nonostante questa peculiarità, riguardano il quotidiano esistere di ognuno di noi. La scrittura in sé, quindi scrivere libri, scrivere articoli di giornale, oppure scrivere su un blog, è una delle forme di comunicazione di massa ad oggi esistenti. L’obiettivo di questo tipo di comunicazione è, in definitiva, quello di raggiungere il più alto numero di persone. A mio avviso, per la mia ormai lunga esperienza di lettore, lo schema migliore per questo fine è quello del racconto fantastico ben ancorato, lungo il suo svolgimento, agli spunti concreti forniti dalla realtà, siano essi cose o persone. Del resto, lo stesso essere umano è il prodotto di sogno e realtà.


(D): In questo tuo ultimo libro tocchi argomenti quali: il fluire delle cose, l’esser parte di qualcosa, l’esser centrato nel presente e con se stesso, la capacità di amare gli altri e permettere la loro crescita, il rispetto per il mondo che ci è stato affidato, la magia della creazione e nella rinascita. Lo fai in modo diretto e semplice, come se raccontassi una favola, ma senza dare risposte, lasciando al lettore l’interpretazione personale ai vari messaggi. Anche nel finale sei stato vago. Il tuo scopo è portare chi legge a porsi interrogativi e raggiungere, da solo, proprie verità?  
(R): Bisogna fare una distinzione. Premetto, pertanto, che secondo me lo scopo di uno scrittore, in particolar modo quello degli scrittori sconosciuti al grande pubblico come Simone Bertino, è quello di esteriorizzare uno stato d’animo così carico di energia da pretendere di ottenere una materializzazione nella realtà. In questo modo, quello stato d’animo diventa tangibile prima di tutto all’autore e poi, se capita, a quanti entrano in contatto con il manoscritto o con l’e-book. Per quanto mi riguarda, la scrittura è prima di tutto la materializzazione di particolari stati d’animo in grado di sopravvivere a loro stessi. Se, invece, vogliamo ipotizzare che quello stato d’animo, una volta venuto ad esistenza, abbia così tanta energia da raggiungere un vasto numero di “interlocutori”, allora non si può che concludere per una risposta affermativa alla Tua domanda. Ogni libro ha in sé un messaggio da completare ad opera del lettore. Ne consegue che il messaggio ha un’intuibile matrice originaria, ma il suo significato non è uguale per tutti. 

(D): Per le tue pubblicazioni hai scelto il selfpublishing su ilmiolibro.it? Perché? E’ una scelta vincente, dal tuo punto di vista? 
(R): Se il metro di paragone per definire vincente una scelta editoriale è il successo di vendite, la risposta e no. La pubblicità e, con essa, la scienza del marketing rappresentano l’anima del commercio e la conseguente possibilità di successo di qualsiasi prodotto che voglia affermarsi sul mercato al fine di conseguire il margine di profitto. Anche se per certi versi non insormontabile, questo è un dato ineluttabile con cui confrontarsi, ed il selfpublishing da solo non permette di aggirarlo. Se, invece, il metro di paragone è la possibilità di tenere tra le mani un proprio manoscritto e poterlo condividere con altre persone la risposta e sì. Ogni scrittore è all’inizio un semplice sconosciuto che con più o meno fermezza intende, spesso senza sapere come, affermarsi in quella veste. Da questo punto di vista il selfpublishing e, nel caso di specie, ilmiolibro.it offrono un’opportunità in più. Il sito ilmiolibro.it, così come altre piattaforme per il selfpublishing, rappresentano, inoltre, ottime idee imprenditoriali in grado di creare lavoro coniugando, sino ad unirle inscindibilmente senza limiti e confini materiali, le due anime del mondo reale dell’editoria, la scrittura e la lettura. Per quanto mi riguarda scrivere è prevalentemente una valvola di sfogo, ma mi aiuta anche a cercare di mettere in pratica il principale e fondamentale insegnamento di tutti i più grandi profeti e filosofi (credo non ci sia differenza): conosci te stesso. Per questo fine il selfpublishing è un ottimo alleato. 

(D): Facciamo un gioco. Io ti dico una frase e tu la completi brevemente, secondo il tuo modo personale di vedere le cose. 

La vita è creazione in movimento
L’amore è l'unica forma di energia invincibile
Il successo è fare della propria vita ciò che si desidera veramente
La sconfitta è solo un altro passo verso il successo
La pace è lo stato dell'anima da riscoprire e da esportare
La comprensione è evoluzione
La consapevolezza è un dialogo silenzioso con il tutto, qualunque sia il nome attribuitogli.
L’armonia è allineamento con il fluire del pensiero da cui tutto genera, qualunque sia la realtà circostante
La comunicazione è condivisione
L’arte è il tentativo dell'artista di spiegare la propria visione sugli aspetti più reconditi ed incomprensibili dell'universo. Per quanto mi riguarda, anche il fisico, il chimico ed il matematico sono artisti
Il creato è un palcoscenico in costante evoluzione
Il divino è l'uomo consapevole
L’anima è il mezzo con cui sfruttare, per il tramite della mente, le infinite possibilità esistenti

E ancora,
Sono felice quando... sento che sto assecondando correttamente la mia natura di pensatore creativo

Sono triste quando...  raramente, avendo intuito come aggirare il finto problema della tristezza.

Mi sento realizzato quando...  agisco consapevolmente nella realtà senza sprecare il tempo che mi è stato concesso

Mi sento deluso quando... la delusione per le cose della vita è un lontano e simpatico ricordo


Chiudo questa intervista riportando uno stralcio della dedica che l’autore ha inserito nella sua prefazione al libro “(letto letto) il Re Squaletto”)


“Dedico questo libro ai sognatori di tutte le età, perché loro sono il vero motore della creazione divina qui sulla Terra.”

La stessa dedica, lo stesso augurio, lo faccio ora io a Simone Bertino, perché di sognatori che credono in altri sognatori ne abbiamo davvero bisogno!
Grazie all’autore per la disponibilità avuta per questa intervista, complimenti per le sue opere e tanti in bocca al lupo per questa sua ultima fatica. 




Titolo: (letto letto) il Re Squaletto
Autore: Simone Bertino
Editore: ilmiolibro
ISBN: 9788891061874
1a edizione 11/2013
Categoria
: Fiabe e libri per ragazzi
Pagine: 128
Formato: 12x18 - Copertina Morbida - bianco e nero
Prezzo di vendita: 12,50  euro

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venerdì 9 maggio 2014

emozioni tra le pagine- I poveri non ci lasceranno dormire di Alex Zanottelli

Testo tratto da I poveri non ci lasceranno dormire di Alex Zanottelli, Mondolibri edizioni.
Volti di donne che pagano sulla loro pelle le assurdità del sistema. Il volto di Giuliana, abbandonata con tre figli dal marito, sicuro che la moglie avesse l’Aids. Lei non riuscì più a pagare l’affitto della baracca, e il padrone la cacciò fuori dalla stanzetta, con i bimbi e le poche masserizie.  (…)
E riandai alla figura di Agar, la schiava che ebbe un figlio da Abramo, e che Sara prontamente cacciò di casa. “Agar se ne andò, e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l’acqua dell’otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio, e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d’arco, perché diceva: ‘Non voglio vedere morire il fanciullo’. Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma Dio udì la voce del fanciullo.”
E’ il libro della Genesi. Agar, figura emblematica di tutte le donne schiave della storia, di tutte le donne di Korogocho, e anche di Giuliana, che pochi giorni dopo, moriva abbandonata in quella baracca.
Il volto di Martin, uno dei raccoglitori di rifiuti della discarica, stroncato dal male a sera tardi, davanti alla sua casupola, vegliato durante la notte dalla gente perché quel corpo non fosse sbranato dai cani. Lo trovai al mattino, ai bordi della strada, adagiato in mezzo ai rifiuti e avvolto da uno stuolo di mosche Tolsi uno straccio nero che lo copriva, e vidi quel volto tumefatto: lo guardo e lo riguardo, è il volto del crocefisso. “Dio mio, Dio mio, Dio mio assente e lontano! Io ti chiamo di giorno e Tu muto…e io invece un verme, non uomo, un obbrobrio di uomo, un rifiuto!”. Un rifiuto tra i rifiuti ai bordi della discarica, a pochi metri dall’acquitrino, a fianco del fiume Nairobi, la città le cui acque puzzano come quel rifiuto fuori dalle mura di Gerusalemme. Pregai con la gente della discarica per dare dignità a quest’uomo, che non l’ha mai avuta.
Questo dare dignità ai poveri! Come un’altra sera, quando arrivammo alla baracca di un giovanotto distrutto dall’Aids: pioveva a catinelle, e in quella baracca sommersa dall’acqua non riuscivamo neanche ad entrare. Il soffitto era tutto un buco e, per ripararsi, Njuguna aveva messo un pezzo di nylon sopra il letto. Ovunque, sputi e immondizia: “Ho sete!”, fu l’ultima cosa che riuscì a dire, e corremmo a prendergli un bicchiere d’acqua. Volevamo celebrare l’Eucarestia, ma non c’era neanche un angolo dove mettere il pane. O forse la messa era già celebrata, anche senza pane e vino, con quel “Ho sete!”, e col corpo spezzato di quel giovane abbandonato da tutti, anche dai suoi familiari. Messa dei disperati, ‘acqua’ della speranza!

mercoledì 7 maggio 2014

[emozioni tra le pagine] - Andrea Virili, "Troppodomani"


 
“Mi mancherai”. 
Quella frase gli era rimbombata in testa tutto il tempo, 
e adesso a pronunciarla sembrava finta, sciupata.
[Andrea Virili, "Troppodomani"]