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Buongiorno care e cari lettori! :-D
Vi segnaliamo ben due nuove uscite dal catalogo Arpeggio Libero: il romanzo di Enrico Stel "Verba daemonis" e "Non guardatemi così" di Rita Losco e Francesco Perillo!
Letture per tutti i gusti...
Voi quale preferite? Il fantasy avventuroso di Stel o il romanzo introspettivo della coppia d'autori Losco-Perillo?
Francia, 1635. Gli abitanti di Debie sono in subbuglio in seguito ad una serie di brutali omicidi avvenuti nei boschi che circondano il villaggio. La responsabile è stata individuata in Camille Boudreaux, poco più che ragazzina, accusata di stregoneria e rinchiusa in attesa di esecuzione nelle segrete del castello che dall'alto di una collina sembra vegliare sul piccolo villaggio come un gigante di pietra. Per interrogare la ragazza è stato fatto giungere da Parigi Eric Grenier, uno degli inquisitori più spietati del Paese, che con Debie ha più di un legame. E mentre il giorno dell'esecuzione della strega si avvicina inesorabilmente il male sembra aver messo le radici nel villaggio, proliferando indisturbato grazie alla paura e all'ignoranza degli abitanti, abituati a sottostare alle feree disposizioni del vescovo La Croix e dei suoi uomini.
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Rita Losco - Francesco Perillo
Rita ha finalmente trovato lo scopo più importante della sua vita: cercare di evitare ad altre giovani, soprattutto adolescenti e preadolescenti, di diventare vittime dell’anoressia. L’arma segreta e potente di questa malattia è quella di riuscire a camuffarsi, ad agire indisturbata, non notata. Quindi, per fermarla in tempo, è necessario smascherarla, metterla in mostra, denudarla, svelarne tutti i segreti prima che sia troppo tardi. Ed è importante far conoscere anche i patimenti che ne derivano, in tutta la loro assurdità.
Dell’anoressia bisogna averne paura perché non è meno grave di altre gravi malattie.
Le
pagine di questo libro riportano una storia vera. La
protagonista-coautrice, prevalente voce narrante, dopo tanti anni di
sofferenze e di silenzi, decide di rivelare agli altri il suo mondo, le
sue tristi vicende, le sue visite psicologiche e psichiatriche, i
ricoveri nei luoghi di cura, i suoi tentati suicidi.
Gli
avvenimenti descritti, in qualche caso, persino con apparente
leggerezza, le persone, i luoghi. Anche se a volte assumono aspetti
tanto paradossali da richiamare alla memoria alcune narrazioni
pirandelliane, i fatti e le date, sono assolutamente autentici.
Avendo
vissuto per tanti anni, da quando iniziarono i suoi “disturbi” ad oggi,
in un sostanziale stato di emarginazione rispetto agli estranei ed in
costante conflittualità con alcuni suoi familiari, questi ultimi non
riescono ad accettare che una loro congiunta sia affetta da una malattia
che a loro appare inspiegabilmente assurda. Rita tenta, con tutte le
capacità di persuasione di cui riesce a disporre, di ripristinare quei
contatti e quel dialogo interrotto perché ne avverte un’intima profonda
necessità. Cerca di spiegare loro ch’ella è una persona non diversa
dalle altre. Ella si ritrova prostrata da una particolare malattia allo
stesso modo di altre persone colpite da altre specifiche malattie. Anche
lei è capace di azioni altruistiche e di manifestazioni di affetto, ma
ha anche il bisogno vitale di essere compresa e di ricevere affetto.
Inoltre,
al lettore attento non sfuggirà un aspetto ancora più importante delle
vicende narrate: tra apparenti contraddizioni, Rita si avventura nei
meandri dei suoi ricordi cercando la causa della sua caduta. Dà delle
risposte che potrebbero portare ad una possibile verità. Senza mezzi
termini, a volte persino in modo crudo, porta in superficie alcuni
reconditi segreti dei suoi pensieri, alcuni suoi assurdi comportamenti,
lo sdoppiamento della sua personalità…