martedì 1 dicembre 2015

[Letti per voi] - Ferite a morte di Serena Dandini

Car* lettor* ecco che oggi vi parlo di un libro che tratta un tema importantissimo: il femminicidio.

Scritto da Serena Dandini, nota conduttrice tv e ideatrice di numerosi programmi comico-satirici, il libro è un tentativo di arginare culturamente il fenomeno, complesso e sempre più dilagante, della violenza sulle donne.

Qui ne ve parlo approfonditamente, continuate a leggere…

ferite a morte

FERITE A MORTE – SERENA DANDINI
Rizzoli Editore (Controtempo) – prezzo: 15 euro – 2013 – pp, 216 –
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La descrizione del volume

“Ferite a morte nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: ‘E se le vittime potessero parlare?’ Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l’ironia, l’ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. ‘Ferite a morte’ vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l’aiuto di Maura Misiti che ha approfondito l’argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l’Italia è presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il massacro conta una vittima ogni due, tre giorni.” (Serena Dandini)


<<In Italia le leggi per proteggere le vittime della violenza ci sono, ma non vengono sempre applicate in modo efficace. E quella in famiglia è la forma più diffusa di violenza contro le donne. “Il continuum della violenza domestica si riflette nel numero crescente di femminicidi causati da partner, coniugi o ex partner. Nel contesto di una società patriarcale dove la violenza domestica non è sempre percepita come un crimine, dove le vittime in gran parte dipendono economicamente dagli autori della violenza e dove persiste la percezione che le risposte dello Stato non saranno appropriate o utili, la maggior parete di questi episodi di violenza non viene denunciata.>>

L’Autrice
dandini foto

SERENA DANDINI, ha ideato e presentato programmi come La tv delle ragazze, Avanzi, Pippo Chennedy Show, L’ottavo nano e Parla con me, conduce The show must go off.

Nel 2010 il suo esordio letterario “Dai diamanti non nasce niente – storie di vita e di giardini” (edito da Rizzoli). Nel 2013, con lo stesso editore, esce “Ferite a morte”. Di questo libro ne è stata poi fatta una trasposizione teatrale, con numerose rappresentazioni in tutta Italia – per saperne di più visitate il sito ufficiale di Ferite a Morte


La mia recensione


La battaglia contro il femminicidio si combatte anche con la cultura.

Serena Dandini sveste, per questa occasione, i panni della conduttrice eclettica, per diventarne voce, è lei infatti che narra le vicende delle donne inserite in questo volume.

Questo libro non solo racconta storie di donne che hanno subito violenze inenarrabili che ne hanno causato, nel maggior numero di casi, la morte o una vita fatta di stenti e difficoltà; ma approfondisce – con il contributo di Maura Misiti – anche gli aspetti legislativi, sociali e di lavoro dei vari centri antiviolenza nei vari Paesi del mondo; cioè l’operato con cui si tenta di arginare il fenomeno complesso della violenza sulle donne. Operato che ancora risulta insufficiente, vista l’incapacità di arginare il picco in crescita di questa violenza che spesso, troppo spesso, si vive tra le mura domestiche.

Interessante la parte documentaristica, emozionante quella letteraria.

<<Non mi spettava Luigi di Varese, ero stata già promessa a qualcun altro, per me era prevista un’altra storia, scritta da quando ero piccola, che non si poteva cancellare. Una storia che veniva da tanto lontano, dalla valle di Bamiyan, dove vivono ancora i miei nonni, ma i Buddha giganti di pietra non ci sono più, facevano paura ai talebani e li hanno abbattuti per sempre; anch’io facevo paura e non ero neanche un gigante.
Gliel’ho chiesto quella mattina: “Mamma, posso scrivermi un’altra storia?”. La invento da me, come i vestiti che so farmi da sola, quelli sbracciati, colorati, che metto di nascosto. Vorrei una storia così, con un finale diverso, dove ci sia pure il viaggio in motocicletta che voleva Luigi, su su, fino a Capo Nord, per scoprire le notti bianche che sono bianche proprio come l’alba chiara di Vasco.
E invece mi è rimasto solo l’arancione del melograno che fiorisce ogni primavera e fa frutti succosi, ricchi di semi rossi come il mio sangue.>>  [“Ferite a morte” – Serena Dandini]

Ne consiglio la lettura, non solo perché è un bel libro da leggere ma perché aiuta a sensibilizzare tutti verso questo fenomeno che vede coinvolti tutta la società civile!


∼ Loriana ∼





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