martedì 3 novembre 2015

Amore senza peso - lettera semiseria di una moglie al marito

Dolce, dolcissimo amor mio.
Stella del mio cielo.
Perla del mio mare.
Tricheco del mio circolo polare artico.
Insomma tu, soave balenottero che ti areni ogni notte nel mio letto. Che mi svegli alle due perché “ti è venut' o languorin' e vo' la caponat comm te la fa mammà”. Che sbuffi come una locomotiva, dimenandoti sopra di me... non per darmi piacere, ma per lo sforzo di reggerti sui gomiti e non ridurmi a sottiletta.
Tu. Il mio maritino, la mia dolce metà.
Mamma diceva sempre che la via per il cuore di un uomo passa per il suo stomaco. Ma con te, amore mijo, nello stomaco c'è un vicolo cieco. O forse una rotonda, fai un po' tu. Un'enorme rotatoria in cui non si va da nessuna parte... e a ogni giro ti senti sempre 'cchiu fess.
Forse avrei dovuto capirlo prima. Prima che la tua linea diventasse curva, prima che la fantomatica tartaruga degenerasse in ippopotamo, prima che la misura 1.70 da altezza diventasse diametro.
Avrei dovuto capirlo quando la prima volta che facemmo l'amore, nel mio appartamento da studentessa, e giacevamo stanchi e felici nel letto, ti voltasti verso di me con gli occhi che ti brillavano, mi accarezzasti piano una guancia, scostandomi i capelli dalla fronte, e dolcemente sussurrasti... che tienn 'n frigorifero?
Oppure quando mi portasti in quel ristorantino delizioso, in riva al mare, con il violinista che suonava le nostre canzoni, lì dove il mare luccica... e poi fosti tanto preso dal dessert da dimenticarti l'anello che mi avevi messo nel secchiello dello champagne. E mentre io, sopraffatta dall'emozione, sussurravo commossa il mio “sì”, tu emergevi dalla montagna di profiterol alla crema, bofonchiando un “Prova sto dolce, ammo', è speciale!”.
Eppure non mi sono mai pentita di quel sì guarnito di panna e bignè: sarebbe stato il perfetto specchio della nostra vita, un idillio di pingue tenerezza, di calore e calorie. Taaaaante calorie... a partire dal viaggio di nozze lungo tutti i McDonald d'Italia, fino al primo anniversario, festeggiato alla sagra della cotica al lardo.
E anche se ho dovuto imparare il bricolage per sagomare le porte alla tua mole, anche se in salotto non abbiamo sedie ma solo panchine in pietra, e le tue t-shirt stese ad asciugare sembrano tendoni da circo, anche se per fare la spesa ho dovuto aprire una partita IVA e ho una sfilza di carrelli che neanche i vagoni della circumvesuviana, io ti amo.
Amo ogni tua singola molecola adiposa, ogni caloria che si stratifica sulla tua pancia, ogni crema, sugo, salsa e condimento con cui ti impiastri quotidianamente le maglietta.
Ti amo perché con mestolo e grembiule mi fai sentire 'na regina, perché accanto a te non devo preoccuparmi di bilance e cellulite, perché quando la sera mi spoglio per te, non importa che forma io abbia, negli occhi ti si accende un luccichio che neanche la caponat di mammà.
E allora, amore mijo, lasciamo che i fustacchioni palestrati restino nei loro solarium, le bambole platinate nelle loro biutifarm...tu prendimi la mano e abbracciami, fammi sentire che stretta a te neanche un missile mi potrebbe colpire, che sei la mia morbida barriera contro il mondo, il mio ammortizzatore contro le difficoltà della vita.
Fammi sentire che posso lanciarmi nel vuoto e tu non solo mi prenderai, ma accoglierai il mio atterraggio come il più confortevole dei cuscini.
Cammineremo nella vita come un uomo e una donna, due anime pure senza peso né forma di cui preoccuparsi, piene e felici in un mondo che ha fame di vita.
E la mia vita sei tu, che mi sazi ogni giorno.

Con amore infinito,
tua
Concetta


Ps: core mijo, non mi voler male, insieme a questa lettera troverai il piano alimentare previsto dal tuo nuovo dietologo, ho già riempito il frigo di frutta e verdurine. Ho pensato che così l'avresti presa meglio!





NB: originariamente pubblicato su www.meetale.com, visita la piattaforma!




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