venerdì 6 marzo 2015

Il diario proibito di Maria Antonietta - J. Grey

L'arte ai tempi del consumismo
Il salotto letterario




a cura di Alessandra Nitti



Titolo: Il diario proibito di Maria Antonietta
Titolo originale: Becoming Marie Antoinette
Autore: Juliet Grey
Editore: Newton Compton editore
Pagine: 384
Prezzo: cartaceo 9,90 ebook 3,90



Nel salotto pensano che...

Il diario proibito di Maria Antonietta” è il primo libro della trilogia dedicata alla regina di Francia più famosa della storia a cura di Juliet Grey. Innanzitutto è bene precisare che non è una biografia, ma soltanto un romanzo storico, dove la fantasia dell’autrice si mescola alle memorie del passato. Qui nel salotto lettarario adoriamo i romanzi storici, soprattutto se ambientati nel diciottesimo secolo, ma questo libro ci ha deluso. Ci aspettavamo qualcosa di più, forse più incentrato sugli avvenimenti storici che sconvolsero la Francia dell’epoca. Invece il romanzo gira attorno alle paranoie della regina.
La prima parte è interamente dedicata alle trattative per il suo matrimonio con il delfino di Francia e futuro Luigi XVI. Molto interessanti sono i piccoli dettagli: dalle acconciature di Maria Antonietta, agli abiti, ai modi dei cortigiani, all’apparecchio per i denti settecentesco. Il problema è che questi, insieme ai timori dell’imperatrice Maria Teresa, vengono ripetuti all’infinito per circa duecento pagine. Se la Grey fosse andata più veloce, certamente la lettura sarebbe stata molto piacevole. Noiose sono state, inoltre, le infinite ripetizioni e le descrizioni minuziose di ogni abito che Maria Antonietta cambiava (e a volte si cambiava quattro volte al giorno) o delle lussuose carrozze che utilizzava.
Nella seconda parte si cambia scenario, la giovane arciduchessa è finalmente delfina di Francia e vive a Versailles, dove deve essere sempre cauta alle malelingue e alla complicata etichetta. E anche qui i concetti vengono ripetuti diversi volte, come l’inadeguatezza di suo marito e l’odio verso l’amante del Re Luigi XV. Inoltre tutte le parole tedesche riportate contengono errori, quali “Zehr schöne“ o “Bürgomeister". Un’ennesima nota negativa è l’utilizzo delle parole “claustrofobia” o “shock”, insieme ad altri vocaboli non ancora coniati nel Settecento. Il romanzo è scritto in prima persona, a parlare è Maria Antonietta stessa. Un po’ di attenzione al registro avrebbe sicuramente giovato al libro. Infine, la stessa protagonista è piena di contraddizioni, insieme alla trama in generale. Un capitolo prima è silenziosa e timida, in quello dopo è una guerriera, per poi ritirarsi ancora nel suo guscio.
In conclusione, se l’autrice avesse prestato molta più attenzione e alla trama e al vocabolario e avesse tagliato le innumerevoli ripetizioni e descrizioni pressoché inutili, sarebbe stato un bel romanzo, colmo di curiosità storiche.

Nessun commento:

Posta un commento